Il ricevimento si terrà di norma di venerdi, dalle 13 alle 15, nella stanza n.30 al primo piano del plesso di Via G. Capponi. Tuttavia, studentesse e studenti interessate/i sono pregate/i di avvertire preventivamente la docente via e-mail (virginia.caramico@unifi.it) per concordare un appuntamento.
Dopo la laurea triennale in Lettere all’Università degli studi di Salerno (2011), ho conseguito la laurea magistrale in Storia dell’arte all’Università degli studi Firenze (2015); successivamente, ho ottenuto il dottorato di ricerca in Storia dell’arte, in cotutela di tesi tra Firenze e Losanna (2019). Dopo un’esperienza al Museo Nazionale del Bargello di Firenze (2019-2020) condotta, come assegnista post-doc dell’Università di Firenze, nell’ambito di un progetto di rilevanza nazionale (PRIN Per un catalogo del Museo Nazionale del Bargello), sono ora titolare di un assegno di ricerca presso l’IMT - Scuola Alti Studi di Lucca, dove conduco attività di studio e catalogazione dei dipinti medioevali del Museo Nazionale di Villa Guinigi. Da marzo 2025 sono abilitata alle funzioni di professoressa di II fascia per il settore concorsuale 10/B1 (Storia dell'arte).
Ho rivolto miei interessi di ricerca alla pittura gotica e tardogotica dell’Italia centrale e meridionale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Campania), che ho studiato nei suoi aspetti stilistici, tecnici, materiali, iconografici e funzionali.
A partire dalla tesi di laurea magistrale (Gli affreschi della chiesa della Santissima Annunziata di Sant’Agata de’ Goti. Sulle tracce di un insolito Giudizio e di un pittore della Napoli durazzesca, relatore prof.re A. De Marchi, Università degli studi di Firenze), ho indagato a fondo le testimonianze pittoriche trecentesche e primo-quattrocentesche della Campania (tra Napoli, Caserta e Benevento), prestando particolare attenzione ai cicli di pittura murale, ai loro contesti, ai loro autori (cfr. spec. Caramico, La pittura a Napoli e in Campania al tempo di Ladislao e Giovanna di Durazzo, in Il Maestro di Nola. Un vertice impareggiabile del tardogotico a Napoli e in Campania, a cura di E. Zappasodi, Firenze, Mandragora, 2017, pp. 47-63; Ead., La Madonna del cucito: un affresco nel contesto del presbiterio di Santa Chiara, in «Predella», 43-44, 2018, pp. 111-128, tavv. XLIX-LXII). L’interesse per il recupero dei rapporti di forma e funzione delle opere con i contesti liturgici d’origine e con l’esperienza devozionale dei fruitori medioevali mi ha poi condotto, negli anni del dottorato (2015-2018), allo studio dei cicli murali duecenteschi e trecenteschi del santuario e monastero benedettino del Sacro Speco, a Subiaco (Roma): su questo argomento ho pubblicato una monografia (Caramico, Il Sacro Speco di Subiaco illustrato. Topografia sacra e narrazione per immagini fra Due e Trecento, Firenze, Mandragora, 2020).
A ulteriore arricchimento del mio percorso formativo e professionale, ho collaborato a cataloghi di mostre di interesse nazionale (Giotto e l’Appennino, Trevi-Spoleto-Montefalco 2018; Il Quattrocento a Fermo, Fermo 2018) e internazionale (Alvaro Pirez, Lisboa 2019-2020): le esperienze di schedatura e catalogazione dei dipinti, consolidate grazie ai successivi assegni di ricerca (Firenze, 2019-2020; Lucca, 2020- in corso), mi hanno permesso di coltivare un profondo interesse per la cultura tecnica e materiale della pittura medioevale (cfr. V. Caramico, Eloquenza del frammento: un esercizio sulla predella francescana di Ugolino di Nerio nel Museo di Villa Guinigi a Lucca, in «Predella», 56, 2024, pp. 27-38, tavv. I-VIII). Di qui, l’attenzione per materiali e tecniche della pittura medioevale che indago, ora, nelle loro ricadute estetiche e percettive(cfr. V. Caramico, Le tecniche della pittura medievale. Materiali, lavorazioni e percezione visiva, Einaudi, Torino 2024).
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