Mercoledì, ore 8,30-13, (via Gino Capponi 9, studio 36, II piano).
!996, laureato in Lettere, con una tesi in Storia dell’arte moderna su Le preferenze artistiche di Piero di Cosimo de’Medici (pubblicata su «Artibus et historiae» 1998) relatore prof. Carlo Del Bravo.
1992, dottore di ricerca in Storia dell’arte, con una tesi su Paolo Veronese fra artisti e letterati (pubblicata, Firenze 1995), tutor prof. Carlo Del Bravo.
Dall’A.A. 1995-96, ricercatore di Storia dell’arte moderna, nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Firenze.
Dall’A.A. 2001-2002, professore associato di Storia dell’arte moderna, nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Firenze.
Ho compiuto gli studi universitari sotto la guida, illuminante e severa, di Carlo Del Bravo che mi ha seguito anche nel dottorato, e del quale sono divenuto collaboratore quando sono entrato all’Università come ricercatore. Fra le altre molte cose, debbo a questo grande maestro innovatore, il metodo di ricerca, particolare di questa scuola fiorentina, per il quale la comprensione degli artisti dell’evo moderno – umanisti, fino alla fine del XVII secolo, poi superatori dell’umanesimo – è possibile solo ricostruendone il pensierio che essi potevano avere all’interno dei molti previsti nei loro tempi, e che spiega, sia l’insieme dei temi da loro interpretati (“iconologia generale” dell’artista), sia le peculiarità compositive e di mimica del volto e del corpo.
Ho dedicato tutta la mia energia di studioso all’applicazione di questo metodo – bisognoso di ampi e profondi studi figurativi e storico-letterari-filosofici – ad argomenti perlopiù umanistici (Gentile da Fabriano, il primo quattrocento fiorentino sul quale sto scivendo una monografia, Bernardo Rossellino e Pio II, l’epoca laurenziana in architettura e in Benedetto da Maiano, il Veronese con Tiziano, Tintoretto, Iacopo Sansovino, Lo Scarsellino, Bonone, Guercino, Caravaggio sul quale ho appena scritto un saggio, Batoni come epigono di quel pensiero), ed in minor misura novecenteschi, di storia della critica (su Berenson e su «Paragone»), e di critica d’arte (sui Cimiteri della II guerra mondiale in Italia).
Ho dedicato la mia energia di insegnante: sia alla trasmissione dei punti avanzati delle ricerche, sia alla proposta delle “attribuzioni” come strumento eccellente per la cultura generale degli studenti.
Legenda