Le lezioni del corso di Analisi dei Farmaci III inizieranno martedì 24 settembre alle 8.30 in aula 41, Edificio P5, Sesto Fiorentino. Il corso è attivo su Moodle e gli studenti interessati sono pregati di iscriversi. La frequenza è obbligatoria.
Curriculum
Maria Paola Giovannoni si è laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche con una tesi dal titolo “Sintesi e valutazione farmacologia di 5-nitro e 5-amino-4-acil-6-arilpiridazin-3(2H)-oni riportando una votazione di 110/110 e lode ed in Farmacia con una tesi dal titolo “Piridazinoni 4,5-funzionalizzati: sintesi e attività antiaggregante” riportando una votazione di 110/110 e lode. Nel 1994 ha acquisito il titolo di Dottore di Ricerca in Chimica del Farmaco con una tesi dal titolo “Progettazione e sintesi di 3(2H)-piridazinoni funzionalizzati e composti correlati e valutazione del loro profilo vascolare”. E’ stata titolare di borse di studio dell’industria e nel 1996 ha vinto il concorso come ricercatore nel settore scientifico disciplinare CHIM08 presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, dove attualmente continua la sua attività di ricerca.
Dal 1996 svolge attività di supporto al corso di laboratorio di “Analisi dei medicinali” (CTF) del quale è stata titolare in codocenza per 5 anni a partire dal 2001. Nel 2009 è divenuta titolare del corso di laboratorio di “Analisi dei Farmaci II” per il corso di studi in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche. Inoltre, dal 2000, svolge un modulo che tratta i farmaci a struttura steroidea e gli ormoni sintetici per l’esame di “Chimica Farmaceutica I” del corso di laurea in Farmacia.
Attività di ricerca
L'attività di ricerca si è incentrata fin dall'inizio sulla sintesi e lo studio di sostanze a struttura eterociclica di cui sono state studiate le attività. Attualmente la parte più cospicua del lavoro di ricerca è incentrata su 5 argomenti:
1. Composti ad attività analgesica
Il lavoro su composti ad attività antinocicettiva si è indirizzato verso la sintesi di piridazinoni funzionalizzati ed eterocondensati. L'elaborazione della ricerca ha condotto all'introduzione su tali nuclei di catene alchilcicloalchilaminoariliche. I risultati ottenuti testando i prodotti in vari modelli animali (writing test, hot plate test, formalin test, etc.) sono estremamente promettenti, tenuto conto che in alcuni casi i composti presentano un'attività analgesica comparabile, o addirittura superiore, a quella della morfina. Le molecole più potenti sono inoltre risultate molto attive anche per via orale. Il termine più interessante fra tutti i prodotti sintetizzati si è mostrato attivo sia nel tail flick test che nell’ hot plate test. Per confermare il coinvolgimento del sistema adrenergico già messo in evidenza nei nostri studi precedenti su analoghi strutturali, il composto più attivo è stato testato, previo trattamento con l’antagonista a2 yohimbina, e si è osservata una significativa reversione dell’effetto analgesico, confermando quindi un’attività a2-agonista. Ulteriori studi condotti con Prazosina, a1-antagonista, e successivi studi di binding ci hanno permesso di affermare che il composto in esame è a1 e a2 agonista: infatti lega si a1A sia a1B che a2A con valori submicromolari. Questi studi sono stati condotti in collaborazione con il Dipartimento di Farmacologia Clinica e Preclinica dell'Università di Firenze e con l'Istituto Superiore di Sanità.
2. Inibitori delle PDE4
Il progetto sugli inibitori delle PDE4, potenzialmente utili per il trattamento di numerosi disordini infiammatori e immunitari come per esempio l’asma, la bronchite cronica ostruttiva (COPD), l’artrite reumatoide, la sclerosi multipla e così via, è attivo ormai da più di un decennio ed attualmente è in corso una collaborazione con la Chiesi Farmaceutici di Parma. Negli ultimi tempi questa ricerca ha portato alla realizzazione di sistemi mono e biciclici contenenti l’anello pirazolico e strutture pirimidindioniche. Molti dei nuovi composti sintetizzati mostrano un’attività nel range submicromolare, ed in alcuni casi una buona selettività nei riguardi di altre fosfodiesterasi quali PDE3 e PDE5 e per il sito di binding del Rolipram (HARBS) responsabile della maggior parte degli effetti collaterali di questi prodotti. Alcuni rappresentanti sono stati poi ulteriormente investigati per la loro capacità di inibire la produzione di TNFa trovando valori nel range submicromolari.
3. Ligandi dei recettori dei peptidi formilati
Un altro settore di ricerca che è in fase di sviluppo riguarda la progettazione e la sintesi di ligandi dei recettori formilati, composti potenzialmente utili come farmaci antiinfiammatori. I recettori per i peptidi formilati (FPRs) appartengono alla famiglia dei recettori accoppiati alla proteina G e finora sono state individuate tre diverse isoforme nell’uomo (FPR1, FPR2/ALX e FPR3). Tali recettori sono espressi nella maggior parte dei globuli bianchi e quindi risultano largamente coinvolti nella regolazione dei processi infiammatori. Per questo motivo si sono rivelati dei target molto interessanti per nuovi farmaci ad attività antiinfiammatoria e immunomodulatrice. A questo scopo sono stati progettati, sintetizzati e testati, presso il Dipartimento di Biologia Molecolare dell'Università del Montana, un gran numero di composti a struttura piridazinonica che si sono dimostrati capaci di agire da agonisti nei confronti dei FPRs, con attività nel range nanomolare. In particolare sono stati ottenuti agonisti selettivi per FPR1, agonisti selettivi per FPR2 e agonisti misti FPR1/FPR2. Inoltre alcuni di questi composti si sono mostrati capaci di stimolare la chemotassi a concentrazioni sub nanomolare.
4. Inibitori dell’ elastasi dei neutrofili umani
Recentemente è stato affrontato un nuovo tema di ricerca che riguarda gli inibitori dell’elastasi dei neutrofili umani, composti potenzialmente utili per il trattamento di varie patologie infiammatorie come per esempio la COPD o la fibrosi cistica. Anche questo progetto è effettuato in collaborazione con il Dipartimento di Biologia Molecolare dell'Università del Montana. Nell’ambito di questo lavoro è stata individuata una nuova classe di inibitori di HNE con struttura N-benzoilindazolica: lo scaffold indazolico si è mostrato adeguato per inibitori di HNE: infatti molti composti di questa nuova serie presentano valori di attività nell’ordine nanomolare ed una buona selettività nei confronti di altre proteasi come per esempio la trombina, la chimotripsina ed l’urochinasi. Infine studi sul meccanismo di azione hanno mostrato che i nostri prodotti agiscono come inibitori competitivi pseudoirreversibili.
Legenda